venerdì 19 luglio 2019

Controdeduzioni: Remusic.it e i cavi di alimentazione

La recensione su Remusic.it di un cavo di alimentazione da 740 euro di listino ha prontamente attirato la nostra attenzione. L'autore introduce l'articolo con un'ipotetica conversazione tra uno scettico e un pragmatico. In una sorta di inversione dei ruoli, qui lo scettico fa domande di buon senso alle quali il pragmatico risponde con equilibrismi più o meno teorici. Cerchiamo di dare allo scettico il diritto di replica che meriterebbe.

L'ultimo metro
Perché un cavo di alimentazione a valle di chilometri di linee elettriche dovrebbe fare differenza nelle prestazioni di un sistema elettroacustico?
(remusic.it) perché esso agisce da filtro, avendo ogni cavo conduttore una capacità, un’induttanza e una resistenza propria. Questi valori, seppure di modesta entità, sono in grado di modificare il suono che, ricordiamolo, è composto proprio dalla corrente che scorre nelle piste degli apparecchi.
Vero è che presentando un'induttanza in serie e una capacità in parallelo (vedasi circuito a costanti distribuite) un cavo è un filtro passa basso. Altrettanto vero, cosa su cui il pragmatico sorvola, è che è esattamente questo tipo di filtro che si adotta all'ingresso degli apparecchi. I valori tipici (L = 2 mH serie, C = 200 nF parallelo tra le due linee, C = 1 nF verso terra) sono tali da rendere trascurabile qualsivoglia contributo del cavo. Si potrebbe dimostrare, se non che le specifiche elettriche del cavo in esame non sono note. Si chiede quindi lo scettico: quale progettista doterebbe il proprio apparecchio di un filtro dalle caratteristiche sconosciute?

Il cavo non è il componente idoneo a filtrare le spurie. Dove ve ne è necessità, il progettista adotterà un filtro correttamente dimensionato.

Il primo watt

Il paragone con il primo watt di un amplificatore di potenza è chiaramente fuori luogo. Un sistema di altoparlanti è in grado di riprodurre, con una potenza applicata di un watt, un livello di pressione sonora (SPL) che tipicamente va dagli 80 ai 95 dB a un metro di distanza. Come dalle ben note relazioni tra potenza e pressione acustica, ogni raddoppio della prima equivale ad un aumento di 3 dB della seconda. Il primo watt quindi fornisce già un livello importante di pressione sonora, niente a che vedere con gli effetti, ancora soltanto presunti, di un debolissimo filtro.

Le vibrazioni
(remusic.it) il cavo vibra e questa frequenza produce armoniche – persino misurabili – che interferiscono anche con il segnale musicale, nonostante la presenza dei trasformatori, che vibrano anch’essi per lo stesso motivo e anche per altri.
Qui l'uso un po' liberale del vocabolario (tipico, va detto, del mondo audiofilo) rende difficile capire cosa il pragmatico affermi. Non si capisce se tali armoniche siano elettriche, elettromagnetiche o acustiche. Una vibrazione meccanica non ha in generale conseguenze elettriche (non scomodiamo la piezoelettricità, per cortesia). Non si capisce quindi quale segnale musicale ne possa essere affetto: parliamo di rumore ambientale o di segnali elettrici? Lo scettico rimane con i suoi dubbi. Ciò detto, se il vostro cavo fa rumore siete liberi di zittirlo come preferite...

Sapore di sale
(remusic.it) Per fare un esempio sulle interferenze del materiale isolante con il conduttore: il PVC col tempo rilascia gas che alterano il metallo, in genere rame, ossidandolo e cambiando così le sue proprietà conduttive, cosa che non fa il ben più costoso PTFE.
Da alcuni riferimenti sembra che il cloro contenuto PVC possa effettivamente legarsi al rame. Non è facile risalire aspetti quantitativi di questo processo, ne ai suoi effetti sull'effettiva qualità del conduttore. Non si sa invece come sia possibile, stando alle parole del pragmatico, che gli atomi di cloro nel PVC rilasciare molecole forma gassosa (Cl_2) e come questa possa causare ossidazione, avendo quest'ultima a che fare più con l'ossigeno. Ma le conoscenze di chimica dello scettico vanno poco oltre quelle del liceo, quindi toccherà rimanere con qualche dubbio.

In conclusione?
Niente di che. Speriamo di aver reso un po' di giustizia all'amico scettico, cui va la nostra solidarietà, e che queste considerazioni aiutino ad affrontare il resto della recensione con un po' di spirito critico in più.

Approfondimenti

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